Neonati prematuri in aumento

Il fenomeno del neonato prematuro, ossia nato prima della 37/a settimana di gestazione, è ancora poco conosciuto mentre purtroppo il numero di bambini prematuri è sempre più significativo. “Stiamo assistendo a un incremento delle nascite pretermine e a un miglioramento del tasso di sopravvivenza per due motivi principali”, spiega il dott. Filippo Porcelli, Direttore dell’Unità di Neonatologia, Ospedale San Giuseppe di Milano. “Da un lato, per via dell’incremento dell’età delle gestanti rispetto al passato, si tratta di mamme sempre più ‘anziane’, che spesso superano i 40 anni; dall’altro, sono migliorate le tecniche assistenziali di donne e bambini sia nella fase prenatale che post-natale, grazie a nuove tecnologie biomediche e cure intensive neonatali.”

I bimbi prematuri sono neonati molto piccoli, che nei casi più gravi non superano il chilogrammo di peso. Sono estremamente fragili in quanto hanno un maggiore rischio rispetto ai neonati a termine di incorrere in problematiche cliniche di tipo respiratorio, metabolico e neurologico, oltre che problemi nell’alimentazione: da qui la necessità di fornire al piccolo cure e accertamenti supplementari sia durante la degenza che nel follow-up. “Al San Giuseppe – prosegue Porcelli – tutti i neonati vengono inseriti in un circuito di follow-up ambulatoriale multidisciplinare fino ai due anni di vita. Nell’arco di questo periodo vengono pianificati controlli di routine quali ad esempio ecografie cerebrali e controlli neurologici in serie, esami del sangue, controlli oculistici, etc.”

Ma l’attenzione va anche ai genitori, costantemente sottoposti a stress psicologico ed emotivo. In particolare, la mamma che partorisce un bimbo prematuro tende a colpevolizzarsi, il che si ripercuote negativamente sul bambino e quindi sul rapporto reciproco. “Se le condizioni del piccolo lo consentono, si tendono a promuovere alcune pratiche volte a favorire l’instaurarsi dell’attaccamento madre-neonato. Alcuni studi – prosegue il neonatologo – hanno infatti dimostrato che il contatto il pelle-a-pelle tra neonato e mamma, come nella pratica del Kangaroo Mother Care, determina minori problemi respiratori e porta a una degenza più breve. Appena possibile, inoltre, si cerca di consentire il rooming-in, che consiste nel tenere il neonato in camera con la mamma 24 ore su 24.”

Ogni anno, il 17 novembre, più di 60 Paesi rendono omaggio ai bambini prematuri e alle loro famiglie con fili di piccole scarpe da neonato e il colore viola, come simboli di questa giornata, al fine di focalizzare l’attenzione sulla prevenzione del parto prematuro e sulla realtà della nascita prematura. “È altresì importante dare alle famiglie un messaggio positivo: il prematuro non è un bambino malato, è un bambino che, più degli altri, è a rischio e che quindi va seguito.”