
Dal 2012 a oggi gli italiani che praticano sport aumentano del +10%, ma la pigrizia ostacola la costanza. Secondo una ricerca Assosalute, il 90,8% ritiene esercizio fondamentale per corpo e mente. Più sportivi e più consapevoli dell’importanza dell’esercizio fisico per la salute del corpo e della mente. È la fotografia degli italiani post pandemia scattata da una ricerca condotta da Human Highway per Assosalute, Associazione Nazionale Farmaci di Automedicazione, parte di Federchimica, e presentata a Roma in occasione dell’evento Salute e Movimento: dalla Prevenzione ai Rimedi per i Piccoli Disturbi. La ricerca ha messo in evidenza che negli ultimi 10 anni la quota di coloro che praticano attività sportiva sia aumentata progressivamente e costantemente, passando dal 59,3% del 2012 al 64,2% del 2017, fino al 69,2% del 2022. In generale il 90,8% dei nostri connazionali – anche chi non pratica alcun esercizio fisico – ritiene la pratica sportiva fondamentale per la salute fisica e mentale e 8 italiani su 10 sono convinti che sia uno strumento di prevenzione efficace contro le malattie, tanto che quasi il 79% vorrebbe fare più attività fisica di quella che riesce a praticare e molti dichiarano di fare più esercizio rispetto al passato.
Se da un lato il lockdown ha rappresentato un momento di svolta che ha accresciuto questa consapevolezza, dall’altro ha rappresentato uno stop forzato che vede oggi il 42% degli sportivi occasionali faticare a riprendere i ritmi pre-pandemia. Complici anche i ritmi lavorativi, che secondo 6 italiani su 10 impediscono di muoversi di più di quanto si riesca, nonostante vi sia l’intenzione.
ESERCIZIO FISICO: UN ALLEATO PER IL BENESSERE
“I benefici dell’attività fisica dipendono in minima parte dal dispendio energetico che si ottiene durante il periodo di allenamento”, spiega Michelangelo Giampietro, specialista in Medicina dello Sport e in Scienze dell’Alimentazione. “L’attività fisica, tuttavia, ha benefici complessivi per la salute poiché agisce positivamente sull’intero organismo grazie alla sua azione antinfiammatoria e antiossidante. [L’azione antinfiammatoria] permette di intercettare, prevenire e controllare tutte quelle malattie cronico-degenerative, metaboliche e cardiovascolari (ad esempio, obesità, diabete, sindrome metabolica, ipertensione, etc.), la cui presenza è la manifestazione di uno stato di infiammazione latente e silenziosa di basso grado (inflammaging) prodotta da stili di vita sbagliati e dall’avanzare dell’età, elementi che riducono le difese immunitarie. L’azione antiossidante, invece, ottenuta con la pratica regolare dell’esercizio fisico, potenzia le difese dell’organismo e crea una sorta di ’barriera protettiva.”
“L’esercizio fisico agisce positivamente anche a livello psichico, perché ’favorisce la produzione di sostanze che hanno un effetto euforizzante e tonificante”, prosegue Giampietro. “In particolare, con il lavoro muscolare si liberano nel cervello particolari neurotrasmettitori, le endorfine, dotate di attività analgesica ed eccitante, che svolgono un’azione simile alla morfina e ad altre sostanze oppiacee. Inoltre, per effetto dell’attività fisica, l’organismo produce anche altre sostanze che ci aiutano a stare bene. Vale la pena ricordare, in particolare, l’irisina (l’ormone dello sport) e la feniletilamina (l’ormone del ‘colpo di fulmine’), sostanze che hanno effetti positivi sull’umore e lo stato di benessere psicologico, mentale e cognitivo. Se praticato con regolarità, lo sport è in grado di generare un senso di felicità e piacevole spossatezza, che incide positivamente sulla qualità del sonno e sul nostro benessere in generale.”
Ma se è vero che gli italiani sono diventati più sportivi è altrettanto vero che resta ancora alta la quota di coloro che non fanno sport, maggiore per le donne rispetto agli uomini (38,2% vs 23,5%) e per le persone di mezza età (40,7% tra i 45 e i 54 anni, 37,5% per gli over55) e gli over65 (54,8%). I principali inibitori alla pratica dello sport sono: scarsa pazienza/costanza, pigrizia e mancanza di tempo libero. Ogni segmento ha le proprie motivazioni: per gli uomini di mezza età è più una questione di tempo e stanchezza, per le donne di costanza, per i giovani di pigrizia o assenza di tempo, per gli over65 anche di motivi di salute.
Le chiusure durante la pandemia hanno rappresentato per molti l’occasione di ricominciare a fare sport, avendo più tempo libero a disposizione. Lo è stato per il 76,2% degli italiani, che ha dichiarato che questo periodo ha reso evidente l’importanza dello sport per il proprio equilibrio psico-fisico, anche se, di contro, gli sportivi occasionali sembrano faticare a riprendere i ritmi pre-pandemia, soprattutto gli over65 e i più giovani. Sono infatti i bambini coloro che hanno sofferto maggiormente del lockdown, anche a livello fisico-muscolare. “Questo – afferma Giampietro – ha portato a un peggioramento evidente delle loro qualità fisiche, ovvero una minor capacità di effettuare una prova sportiva e un notevole calo nei parametri respiratori, una volta riprese le vecchie abitudini. Durante il periodo pandemico infatti è prevalsa la pigrizia, specialmente fra quei bambini che erano abituati a far movimento solo se portati dai genitori a praticare una disciplina negli impianti sportivi e che poi, con la pandemia, non sono stati capaci di individuare, al di fuori dello sport organizzato, nuovi svaghi e nuove attività benefiche per la propria salute da praticare durante il periodo di isolamento. Questo ha influito negativamente sullo stato di salute, accentuando la tendenza a condizioni sfavorevoli, quali l’obesità, anche a causa di un abuso nell’utilizzo dei dispositivi digitali come unica fonte di svago.”
DISTURBI E RIMEDI
La maggior frequenza con cui si pratica attività sportiva ha un effetto anche sulla diffusione dei piccoli imprevisti e incidenti: dall’indagine emerge che nel corso degli ultimi 5 anni gli italiani che praticano sport a cui è capitato almeno un piccolo incidente di salute sono passati da 8 su 10 a 9 su 10, con un aumento della diffusione soprattutto dei disturbi più comuni. Dolori muscolari e articolari sono i più citati e colpiscono frequentemente il 72% fra coloro che fanno esercizio fisico, seguiti da distorsioni (30,7%), calli e vesciche (26,3%).
Quando si tratta di piccoli infortuni, il ricorso ai farmaci di automedicazione rimane il comportamento di cura più diffuso, con il 41,3% che ricorre autonomamente ai farmaci da banco. “L’automedicazione – dichiara Giampietro – è un buon aiuto per chi pratica sport; è fondamentale utilizzarla con buonsenso. È consigliabile usare con appropriatezza i farmaci da banco, che possono essere validamente assunti senza prescrizione, purché non impiegati prima di praticare l’allenamento per eliminare il dolore. Prima di intervenire con farmaci di automedicazione nel caso di infortuni, possiamo applicare nella zona lesa una fonte di freddo (ghiaccio anche sintetico o spray), per poi intervenire applicando medicamenti topici, come creme a base di sostanze eparinoidi o capillaro-protettirici o anche antinfiammatorie in formula gel per limitare la comparsa o favorire l’assorbimento dell’ematoma e l’attenuazione del gonfiore. L’utilizzo di antidolorifici o antinfiammatori è consigliabile per alleviare i dolori derivanti da piccoli disturbi causati dall’attività sportiva, ma anche nel momento in cui si manifesta una vera e propria lesione muscolare o articolare.”
Stabile anche il ranking degli altri comportamenti tipici in caso di piccoli disturbi e incidenti derivanti dall’attività sportiva, seppur su valori superiori rispetto al 2017: la prima figura di riferimento in caso di incidenti e piccoli disturbi resta il medico di medicina generale (38,2%); la seconda è il farmacista (30,4%); seguono, come fonti di informazioni, Internet e i consigli di altri amici sportivi. Rispetto agli uomini, poi, le donne aspettano che il dolore/fastidio passi senza fare nulla (15,5% delle donne contro il 6,6% degli uomini), mentre gli uomini sono più portati a chiedere consigli al medico e ai centri sportivi che frequentano.