Attuale legislazione UE sull’etichettatura degli allergeni alimentari

Tra gli argomenti affrontati durante il IV Meeting sulle Allergie Alimentari e sull’Anafilassi FAAM, organizzato dall’Accademia Europea di Allergologia e Immunologia Clinica EAACI, anche l’attuale legislazione sull’etichettatura degli allergeni alimentari. Da Dicembre 2014, il Regolamento UE n. 1169/2011 sull’informazione sugli alimenti ai consumatori prevede l’obbligo di fornire informazioni sulla presenza di allergeni all’interno della lista degli ingredienti di alimenti confezionati, sciolti e per il consumo di massa. Se, da un lato, ciò aiuta i consumatori che soffrono di allergie alimentari ad evitare alimenti problematici, dall’altro si è assistito ad un proliferare di etichettature cautelative che hanno confuso i pazienti ed ulteriormente ristretto le loro scelte alimentari. In relazione a questo argomento, è stata discussa una nuova proposta per regolare le cosiddette etichette “può contenere” ed è stato inoltre fornito un quadro generale sulle leggi internazionali in materia.

“L’influenza della legislazione dell’UE sulle attività ordinarie del settore dell’industria alimentare e l’impatto sui consumatori che soffrono di allergie sono enormi. Pertanto, tutti gli stakeholder dovrebbero essere consapevoli delle attività delle Autorità di regolamentazione, comprese le raccomandazioni volontarie di risk-assessment formulate dall’industria”, ha sottolineato la prof.ssa Clare Mills, co-presidente FAAM 2016 e coordinatrice iFAAM, progetto finanziato dall’UE e gestito dall’Università di Manchester sugli approcci integrati all’allergene alimentare e sul programma di gestione degli allergeni. “La sicurezza è di importanza fondamentale per i pazienti e per i genitori e la qualità della vita può cambiare radicalmente a seconda della legislazione in materia.”

La valutazione del rischio allergenico di nuovi alimenti e di nuovi allergeni è un argomento chiave che è stato affrontato in una sessione cui ha partecipato, tra gli altri esperti, Antonio Fernandez Dumont, dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare EFSA, il quale ha presentato il punto di vista dell’Unione Europea su come affrontare questo importante aspetto.

In un’epoca di continui cambiamenti climatici e di insicurezza nel campo alimentare, si rendono necessarie nuove fonti di proteine all’interno dei regimi alimentari. “Alcune di queste, come le proteine contenute negli insetti, potrebbero non raggiungere livelli di ampio consumo, ma potrebbero costituire un rischio per chi soffre di allergie alimentari. Sono pertanto necessari nuovi approcci scientifici per garantire innovazione in relazione ai nuovi ingredienti proteici, garantendo al contempo che le persone con allergie alimentari siano effettivamente protette”, afferma Mills. “Si è prossimi ad individuare strumenti utili per arginare la patologia sia da un punto di vista terapeutico che di prevenzione”, dichiara la prof.ssa Antonella Muraro, dell’AOU di Padova, presidente EAACI e FAAM 2016. Durante l’incontro sono stati presentati i risultati dei trials di immunoterapia per l’allergia a latte vaccino, uovo ed arachide, nonché le varie opzioni di modulazione della risposta immunitaria nei primi anni di vita e durante la gravidanza. Si è inoltre enfatizzato come la  diversità della  flora intestinale del singolo individuo e l’interazione con la flora intestinale della madre contribuiscano a plasmare una reazione immunitaria personalizzata agli allergeni alimentari. Nello specifico, il parto cesareo prevenendo l’esposizione alla flora microbica vaginale sembra costituire  un  fattore di incremento nella prevalenza delle malattie allergiche.