Le malattie atopiche accomunano molte patologie infiammatorie e allergiche. In Italia, oltre ad avere un forte impatto sulla qualità di vita, comportano elevati costi per il paziente e per la collettività. E proprio la complessità dell’atopia rende fondamentale la necessità di promuovere una più ampia conoscenza del contesto epidemiologico, clinico e sociosanitario per attuare strategie di intervento mirate e tempestive.
Atopia e malattie atopiche sono due facce della stessa medaglia. L’atopia, infatti, è una condizione che identifica la tendenza a manifestare risposte immunitarie amplificate nei confronti di minime quantità di allergeni. Si manifesta con un aumentato rischio di sviluppare una o più malattie atopiche quali dermatite atopica, asma, rinocongiuntivite, ma anche allergie alimentari, poliposi nasale oppure esofagite eosinofila. Comprendere questa condizione è il primo passo, il più importante, verso un’ottimizzazione del processo di riconoscimento, inquadramento e presa in carico del paziente.
Sul fronte epidemiologico, le patologie atopiche interessano numerose persone in Italia. L’asma, ad esempio, colpisce quasi 4 milioni di italiani, mentre di dermatite atopica soffre circa il 2-5% della popolazione adulta, con una frequenza 4 volte superiore nei bambini. Significativi gli effetti sul piano lavorativo e sociale, con il 75% delle persone con asma e il 50% di quelle con dermatite atopica che soffrono di depressione; secondo i dati dello studio europeo “Vite Atopiche”, queste manifestazioni risultano spesso correlate. Quasi l’80% dei pazienti con dermatite atopica manifesta anche altre malattie atopiche che interessano le vie respiratorie quali allergie da polline (44%) e polvere (31%), asma (22%), intolleranze alimentari (28%), fino ad arrivare a malattie metaboliche, delle vie aeree e disturbi cardiaci.
“La più recente ricerca scientifica ha messo in luce il ruolo svolto dalla genetica e dai fattori ambientali all’interno dei meccanismi biologici che danno luogo alla cosiddetta ‘marcia atopica’, termine che descrive il decorso delle malattie atopiche nel paziente”, spiega Giorgio Walter Canonica, Direttore del Centro Medicina Personalizzata Asma e Allergologia, Istituto Clinico Humanitas di Milano. “Le persone che manifestano questo tipo di reazione atopica hanno, infatti, un rischio aumentato di sviluppare una o più malattie atopiche nel corso della vita, quali per l’appunto dermatite atopica, asma, rino-congiuntivite, ma anche allergie alimentari, poliposi nasale ed esofagite eosinofila.”
Per raccogliere dati e fornire indicazioni utili a favorire un corretto inquadramento dell’atopia da un punto di vista scientifico e sociale e una sua migliore presa in carico sotto il profilo sociosanitario, è stato costituito l’Osservatorio sull’Atopia, un progetto promosso da Sanofi Genzyme insieme a un gruppo di lavoro multidisciplinare composto da clinici, istituzioni e dai rappresentanti delle associazioni pazienti ANDeA e FederAsma e Allergie. L’obiettivo è favorire l’accesso equo e tempestivo alle terapie, il riconoscimento da parte del Servizio Sanitario Nazionale della condizione atopica come malattia invalidante e il suo inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
“L’individuazione di nuove strategie di intervento precoce e appropriato possono fare la differenza per la salute delle persone e per i costi associati a queste patologie”, afferma Giuseppe Novelli, Rettore Università degli Studi di Roma Tor Vergata e Direttore della U.O.C. Laboratorio di Genetica Medica del Policlinico Universitario di Tor Vergata. “Alla luce delle più recenti evidenze scientifiche, assume particolare rilevanza per la sanità pubblica individuare e attuare decisioni per il corretto inquadramento e la presa in carico multidisciplinare dell’atopia, al fine di contenerne l’impatto socioeconomico.”