“I risultati di una Indagine Nazionale sui servizi di follow-up ci dicono che la maggior parte delle terapie intensive neonatali (TIN) segue più di 50 bambini ad alto grado di complessità all’anno e che il follow-up dei prematuri risulta essere garantito nella maggior parte dei Centri Italiani fino ai 2-3 anni di vita. Purtroppo solo il 22% delle TIN riesce a prolungarlo fino all’ingresso del bambino a scuola. È fondamentale, invece, assicurare ai bambini nati prematuri continuità assistenziale ed accertamenti ripetuti nel tempo fino all’età scolare”, afferma il prof. Fabio Mosca, presidente della Società Italiana di Neonatologia. Questi dati, raccolti in oltre 85% dei reparti di Terapia Intensiva Neonatale (TIN) italiani, vengono presentati nel corso di un convegno in svolgimento a Roma.
“Ad oggi, meno del 10% delle TIN italiane, che operano follow-up complessi, è coinvolto in sistemi di rete”, aggiunge Maria Luisa Scattoni, coordinatrice dell’Osservatorio Nazionale Autismo dell’ISS. “Inoltre, le modalità di dialogo e scambio di informazioni tra i servizi di follow-up e le Unità di Neuropsichiatria Infantile non sembrano essere ancora ben codificate in tutto l’ambito nazionale. Lo sviluppo e l’implementazione di protocolli di sorveglianza e di valutazione del neurosviluppo nelle popolazioni ad alto rischio è tra gli obiettivi che l’ISS sta perseguendo in forte sinergia con il Ministero della Salute, tramite l’Osservatorio Nazionale Autismo (OssNa) e la collaborazione con le Società Italiane di Neonatologia, di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza e le principali Società Scientifiche dell’area pediatrica.”
“Infine, la presenza di una équipe multidisciplinare è considerata un elemento indispensabile ed irrinunciabile del follow-up del pretermine”, dichiara Antonella Costantino, presidente della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza SINPIA. “In questo ambito, cruciale è il ruolo del neuropsichiatra infantile, la cui carenza è stata chiaramente evidenziata essere una delle principali criticità da superare. Infine, è necessario un reale investimento sull’organizzazione dei servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, come ben evidenziato nel documento di intesa in Conferenza Unificata del luglio scorso, per garantire ai bambini pretermine con un disturbo del neurosviluppo e alle loro famiglie una adeguata presa in carico e interventi riabilitativi basati sulle più recenti evidenze scientifiche.”