Asma grave, meglio terapie inalatorie e farmaci biologici

Presentati i risultati del primo studio italiano, appena pubblicato su World Allergy Organization Journal (WAOJ), sull’impatto clinico ed economico del cortisone orale nell’asma grave. Dalla ricerca, condotta grazie ai dati del Registro del progetto SANI (Severe Asthma Network Italy), emerge che il cortisone orale aumenta di 5 volte il rischio di osteoporosi e fratture, triplica il rischio di malattie digestive e raddoppia diabete, obesità e insufficienza renale, con una spesa di 243 milioni ogni anno per la gestione degli effetti collaterali. Alla luce dei risultati del primo studio farmaco-economico su dati reali della popolazione italiana degli asmatici, gli esperti mettono in guardia dall’impiego del cortisone per bocca come terapia di prima scelta e raccomandano di eseguire correttamente le terapie inalatorie prescritte e di ricorrere ai nuovi farmaci biologici che “risparmiano” cortisone, con minori costi ed effetti collaterali: la gestione dei danni da cortisone orale, infatti, costa ben 243 milioni l’anno e supera perciò la somma della spesa per terapie inalatorie, pari a 138,5 milioni, e quella per i farmaci biologici, stimata intorno ai 50 milioni. Gli italiani con asma sono 4milioni, di cui ben 200mila soffrono della malattia di grado grave; di questi, 124mila vengono trattati con corticosteroidi per via orale in cronico e sono perciò a più a rischio di allarmanti effetti collaterali. La ricerca, sottolinea che ogni anno a causa dei danni da cortisone nei pazienti con asma grave si spendono 75 milioni in più rispetto a quelli con asma moderata, 110 milioni in più rispetto alla popolazione generale non asmatica.