Artrite reumatoide e fumo di sigarette

L’artrite reumatoide è una patologia infiammatoria progressiva, di origine autoimmune, con un’incidenza tra lo 0,5 e l’1% della popolazione, che interessa principalmente le articolazioni e coinvolge tutti gli organi e apparati, causando aumento di morbidità e riduzione della aspettativa di vita. Circa il 40% dei pazienti condivide, come comune fattore genetico predisponente, una variante associata a una forma più grave di malattia e che risponde meno ai farmaci in uso. Uno studio effettuato in Olanda, Islanda, Svezia, Usa e pubblicato su Ann Rheum ha evidenziato che il fumo di sigaretta rappresenta il fattore di rischio ambientale più noto per l’insorgenza dell’artrite reumatoide (AR) ma solo in presenza degli anticorpi anti-proteine/peptidi citrullinati (ACPA). Sono state analizzate 9.412 radiografie di mani e piedi di 3.158 pazienti mentre l’abitudine al fumo è stata indagata mediante questionario. Dall’analisi dei dati si è evinto che i fumatori avevano una malattia più severa, ma l’aggiustamento in base alla presenza o meno degli ACPA ha consentito di dimostrare che tali anticorpi erano necessari per mediare il danno indotto dal fumo. Poiché gli ACPA si formano nella fase preclinica dell’AR e gli effetti del fumo sono mediati da questi autoanticorpi, è possibile ipotizzare che fattori ambientali preclinici possano influenzare la prognosi della malattia nel lungo termine. In pratica il fumo crea il danno alle articolazioni ma solo in presenza di questi anticorpi ACPA.