Anticoncezionale maschile. In Australia si sperimenta l’idrogel nei deferenti. Scettico De Rose

Niente più “pillolo”. Si cambia strada e si arriva ai deferenti, i “tubicini” attraverso i quali gli spermatozoi dall’epididimo arrivano all’esterno. Questa volta, infatti, una sostanza a base di idrogel verrà iniettata nei vasi deferenti che trasportano lo sperma per impedirgli di raggiungere le ampolle deferenziali, l’uretra e quindi l’esterno durante la fase orgasmica. Si ritiene che l’effetto dell’idrogel duri circa 2 anni, e potrebbe poi essere reiniettato offrendo un’alternativa alla vasectomia, che invece dovrebbe avere un effetto permanente, a meno che non ci si sottoponga a una eventuale ricanalizzazione micirochirurgica (vaso-vasostomia). Per tastare l’efficacia della nuova idea di contraccezione maschile verranno coinvolti 25 uomini, presso l’ospedale di Epworth Freemasons, in Australia, dove pare che la procedura sia già stata effettuata su 4 pazienti. A darne notizia, il giornale The Guardian.

I partecipanti saranno monitorati per 3 anni, nel corso dei quali i ricercatori analizzeranno i campioni del liquido seminale per capire se l’idrogel sia in grado di fermare gli spermatozoi e se, a 2 anni dalla sua sospensione, gli spermatozoi ricompariranno invece nel liquido seminale, in modo che il soggetto possa ritornare a essere fertile. “Obiettivo della ricerca è verificare se l’idrogel sia davvero un’alternativa non permanente alla contraccezione maschile”, dichiara Nathan Lawrentschuk, urologo dell’Epworth Freemasons e principale ricercatore dello studio.

Perplesso il prof. Aldo Franco De Rose, specialista Andrologo e Urologo, presidente dell’Associazione Andrologi Italiani Ass.A.I., esperto di microchirurgia, proprio della ricanalizzazione dei deferenti in caso di vasectomia. “Infatti, si tratta di una strada già perseguita, anche se non si trattava di idrogel”, spiega. “In ogni caso, bisogna tenere presente che la puntura del deferente è una manovra molto delicata, che richiede esperienza e una certa manualità: riuscire a entrare nel vaso del deferente, dove transitano gli spermatozoi, richiede poi un isolamento chirurgico dello stesso deferente, in quanto una puntura percutanea attraverso lo scroto è impossibile e rischierebbe di danneggiare l’arteria deferenziale. Comunque, una volta punto correttamente il deferente e iniettato l’idrogel, bisogna essere certi che non si verifichino danni della stessa puntura a livello locale prima e dell’idogel poi, che – a detta degli sperimentatori – dovrebbe riassorbirsi nel giro di 2 anni. In pratica la puntura, o meglio, anche i tentativi di puntura e lo stesso idrogel possono determinare un restringimento o peggio una chiusura del canale mediante una reazione fibrotica, causando un’ostruzione meccanica, come una vasectomia. Infatti – conclude – in condizioni normali il vaso del deferente misura poco meno di 2 mm, ed è facilmente danneggiabile con la formazione di una fibrosi del vaso che determina un’ostruzione permanente.”