
Secondo molti ricercatori, soltanto il 40% delle persone con patologie microvascolari sottoposte a cateterizzazione cardiaca presenta ostruzioni coronariche. In base a due ricerche scientifiche, la RM cardiaca sarebbe invece in grado di rilevare le ostruzioni coronariche microvascolari nei pazienti con angina, che altrimenti non sarebbero visibili.
Il primo studio ha identificato nella RM perfusionale sotto stress con gadolinio la possibilità diagnostica per questo tipo di disfunzioni: queste infatti sarebbero correlate a un elevato indice di resistenza microcircolatoria (IMR) mentre gli esami standard come la coronarografia non metterebbero in luce alcuna limitazione di flusso; il secondo studio, invece, ha fornito la prima convalida prospettica per la mappatura T1 sotto stress senza agenti da contrasto rispetto agli esami invasivi per il rilevamento delle coronaropatie epicardiche ostruttive e delle disfunzioni coronariche microvascolari.
Oltre la metà dei pazienti con angina presentano coronarie non ostruite all’angiografia invasiva: la capacità della mappatura T1 sotto stress, di diagnosticare e distinguere non invasivamente coronaropatie epicardiche e microvascolari potrebbe rappresentare un progresso fondamentale per i pazienti con disfunzioni microvascolari, che spesso vengono rassicurati sul fatto che non presentino coronaropatie significative o vengono trattati empiricamente con farmaci antianginosi ma vanno incontro a riduzioni della qualità della vita e prognosi a lungo termine negativa. Secondo Alexander Liu, dell’Università di Oxford, a differenza di quanto avvenuto nel passato, queste indagini saranno riproducibili e molte patologie microvascolari potranno essere svelate senza ricorrere alla coronarografia, che oltretutto è invasiva e non sempre fornisce una risposta adeguata. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Journal of the American College of Cardiology.