Anche Eriksson, come Vialli, scomparso per un tumore al pancreas

Sven-Göran Eriksson, scomparso a 76 anni per un cancro al pancreas diagnosticato nel 2023. Quello delle persone affette dal tumore al pancreas è un vissuto pesante. Una narrazione che porta alla luce emozioni e bisogni insoddisfatti di indicibile impatto, a causa della complessa gestione della patologia, della sintomatologia vaga e aspecifica, che non consente di effettuare una diagnosi precoce, portando a un tasso di sopravvivenza molto basso, essendo fra i tumori più aggressivi. La malattia rimane asintomatica per lungo tempo, tanto che solo nel 7% dei casi viene diagnosticata in stadio iniziale; circa l’80-85% delle forme tumorali risulta non resecabile al momento della diagnosi. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni è pari soltanto all’8% in Italia, il 6% nel mondo. Tra tutti i tumori che colpiscono il pancreas, l’adenocarcinoma è il tipo più comune. I dati dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica AIOM del 2018 riportano una prevalenza annua della patologia di 22mila casi (1% di tutti i pazienti oncologici), e un’incidenza di 13.300 casi, pari al 3% dell’incidenza di tutti i tumori. Quest’ultimo parametro risulterebbe in crescita nel 2019 (13.500 casi), tendenza che se confermata porterebbe l’adenocarcinoma pancreatico al secondo posto in termini di mortalità tra tutti i tipi di tumori nel 2030.

L’aspecificità dei sintomi che non consentono di effettuare una diagnosi precoce; la maggior parte dei casi di adenocarcinoma giunge infatti a una prognosi quando il tumore è in fase avanzata, costringendo pazienti, caregiver e medici a far fronte a una gestione complicatissima. La resezione chirurgica è l’unico trattamento potenzialmente curativo, anche se meno del 20% dei pazienti è candidabile alla chirurgia con intento curativo, con un tasso di sopravvivenza globale a 5 anni dall’operazione che non supera il 20%. La chirurgia resettiva è la più complicata, gravata dal maggior tasso di complicanze post-operatorie, necessita di Centri ad alta specializzazione e ad alto turnover con un’équipe altamente preparata e multidisciplinare, che oltre ai Chirurghi includa il Radiologo interventista, l’Endoscopista, il team di Terapia Intensiva per gestire le fasi intra e post-operatoria.