Spesso la Disfunzione Erettile dipende da alterazioni organiche interessanti le arterie mentre nel 77% rappresenta una spia di temibili malattie quali ipertensione, ictus, diabete, costituendo un vero campanello di allarme per patologie cardiovascolari come l’infarto, che può verificarsi anche a distanza di 5-10 anni. Attenzione dunque alle cattive abitudine come fumo, alcolici, droghe e sedentarietà ma anche alle stesse terapie farmacologiche con Psicofarmaci, Ormoni, Antipertensivi, Antiulcera e recentemente alla Finasteride, utilizzata da molti giovani contro la caduta dei capelli: nel 25% dei casi possono essere responsabili del deficit erettile. Quando invece alla DE si associa il calo del desiderio, allora bisogna ipotizzare una riduzione dei livelli di testosterone (ipogonadismo) o un aumento della prolattina.
Infine le lesioni neurologiche. Esse si riscontrano a seguito di interventi chirurgici per tumori della prostata, vescica, retto, traumi spinali, malattia di Parkinson, Alzheimer, neuropatia periferica: tutti possono essere responsabili della disfunzione erettile in quanto determinano l’interruzione tra i centri nervosi, che controllano l’erezione, e il pene.
Dinanzi a tutte queste problematiche, caricate spesso dall’ansia e dal “timore di non riuscire”, risulta fondamentale il colloquio prima delle esecuzione di indagini strumentali per definire la diagnosi: quando si ipotizza una causa organica è necessario lo studio funzionale della vascolarizzazione arteriosa e venosa del pene mediante l’ecocolordoppler dinamico, dopo puntura intracavernosa di 10 microgrammi di prostaglandine E1. Oggi si tende a sostituire la puntura con la crema di prostaglandine che va applicate sulla parte terminale dell’uretra.
Nei casi dubbi, tra deficit erettile organico o psichico, si ricorre al Rigiscan, strumento in grado di registrare la frequenza e la qualità delle erezioni durante il sonno, per tre notti consecutive: la presenza di erezioni di buona qualità, esclude la causa organica.