
Secondo alcuni ricercatori del Karolinska Institutet, Svezia, sarebbe possibile predire l’Alzheimer di 10 anni valutando il rapporto tra la proteina Tau e un tipo di glicani, molecole di zucchero presenti nel sangue. Lo studio ha coinvolto 233 pazienti, selezionati casualmente attraverso il Swedish National Study on Aging and Care in Kungsholmen SNAC-K tra il marzo 2001 e giugno 2004 e seguiti per un periodo di 17 anni. Dall’analisi è emerso che livelli ematici di Tau e bisecting N-acetylglucosamine (GlcNAc) erano strettamente correlati e in grado di predire diagnosi future di Alzheimer, spiegano gli autori, coordinati da Robin Ziyue Zhou. In particolare, nei soggetti in cui il rapporto Tau/bisecting GlcNAc era intermedio, è stato osservato un rischio più che doppio di sviluppare Alzheimer, rispetto agli individui in cui il rapporto era invece eccessivamente alto/basso. La proteina Tau svolge un ruolo chiave nello sviluppo dell’Alzheimer: quando questa non funziona correttamente, ostacola la comunicazione tra le cellule nervose, determinandone la morte. La relazione tra le 2 molecole, suggeriscono gli autori, potrebbe dunque essere impiegata in futuro per diagnosticare precocemente la progressione della condizione anche tra gli individui cognitivamente ancora non compromessi. Lo studio è stato pubblicato su Alzheimer’s & Dementia.