Allerta poliovirus a New York, Londra e Gerusalemme

I campioni di acque reflue analizzati in diverse aree suggeriscono che il virus stia circolando più di quanto ritenuto in precedenza. Per il momento, sono per fortuna stati segnalati solo 2 casi di paralisi correlata alla poliomielite, a Gerusalemme a febbraio e a New York a giugno, con la prima infezione registrata negli Stati Uniti in quasi un decennio. Il virus è stato ampiamente trovato nei campioni di acque reflue in tutte e tre le aree geografiche. La rivista Nature, ha interpellato alcuni ricercatori per discutere della portata dell’epidemia e delle azioni che è possibile intraprendere. I casi rinvenuti in queste regioni sarebbero derivati da un vaccino anti-polio orale, ampiamente somministrato in altri Paesi, che utilizza virus vivi e indeboliti, in grado talvolta di mutare in forme capaci di infettare il sistema nervoso. Tuttavia, né gli Stati Uniti né il Regno Unito impiegano questa tipologia di vaccino, adottando un vaccino iniettabile il cui siero contiene il virus in forma inattiva. “Questo vaccino può impedire al virus di infettare il sistema nervoso, ma non è efficace quanto il virus orale nel ridurre la diffusione virale e nell’arrestare la trasmissione”, spiega Raul Andino-Pavlovsky, microbiologo dell’Università della California, San Francisco. Può capitare derivano da un vaccino orale ampiamente utilizzato che contiene virus vivi e indeboliti che a volte mutano in una forma pericolosa in grado di infettare il sistema nervoso. Né gli Stati Uniti né il Regno Unito utilizzano quel vaccino, optando invece per un vaccino iniettabile contenente virus inattivato. Questo vaccino può impedire al virus di infettare il sistema nervoso, ma non è efficace quanto il virus orale nel ridurre la diffusione virale e nell’arrestare la trasmissione, afferma Raul Andino-Pavlovsky, microbiologo dell’Università della California, San Francisco.

Gli alti tassi di vaccinazione contro la poliomielite nel Regno Unito, in Israele e negli Stati Uniti significano che alla maggior parte dei bambini verranno risparmiati gli effetti peggiori del virus, ma le persone non vaccinate sono vulnerabili alla malattia. “Negli anni Novanta, un’epidemia di poliovirus nei Paesi Bassi ha stabilito un punto d’appoggio in una comunità con un tasso di vaccinazione relativamente basso, nonostante la copertura vaccinale complessiva del paese di oltre il 90%”, afferma Oliver Rosenbauer, portavoce della Global Polio Eradication Initiative dell’OMS a Ginevra. L’epidemia ha provocato 2 morti e 59 casi di paralisi e si è verificata 14 anni dopo l’ultimo caso endemico di poliomielite nel Paese. La sorveglianza delle acque reflue per la poliomielite è rara nei Paesi ricchi; il Regno Unito controlla regolarmente le acque reflue per la malattia solo a Londra e Glasgow. E New York ha iniziato a testare le acque reflue a luglio, dopo che i funzionari hanno appreso del caso di paralisi correlata alla poliomielite. Non è dunque chiaro fino a che punto il virus possa essersi diffuso. A Londra – che rileva il poliovirus nelle acque reflue da febbraio – il virus sembra essere rimasto concentrato nel nord e nell’est della città e non ci sono state segnalazioni di paralisi polio-correlate. “Sembra essere abbastanza localizzato, anche all’interno di Londra”, dichiara Nicholas Grassly, epidemiologo dell’Imperial College, Londra.

“La poliomielite provoca una paralisi irreversibile in meno di 1 persona ogni 200 suscettibili infettate, quindi i casi di paralisi suggeriscono che molte altre persone sono state infettate”, afferma Walter Orenstein, studioso di Malattie Infettive presso la Emory University di Atlanta, in Georgia. “Casi del genere sono solo la punta dell’iceberg. È molto preoccupante.”

La poliomielite è una grave malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale. Descritta nel 1789 dal medico britannico Michael Underwood, la poliomielite è stata registrata per la prima volta in forma epidemica nell’Europa di inizio XIX secolo e poco dopo negli Stati Uniti. La diffusione della polio ha raggiunto un picco negli Stati Uniti nel 1952 con oltre 21mila casi registrati. In Italia, nel 1958, furono oltre 8mila i casi rilevati. L’ultimo caso originatosi negli Stati Uniti risale al 1979, mentre nel nostro Paese è stato notificato nel 1982.

La malattia è causata da 3 tipi di polio-virus, appartenente al genere enterovirus, che invade il sistema nervoso nel giro di poche ore, distruggendo le cellule neurali colpite e causando una paralisi che nei casi più gravi può diventare totale. Le gambe perdono tono muscolare e diventano flaccide, condizione nota appunto come paralisi flaccida. In casi di infezione estesa a tutti gli arti, il paziente può diventare tetraplegico. Nella forma più grave, quella bulbare, il virus paralizza i muscoli innervati dai nervi craniali, riducendo la capacità respiratoria, di ingestione e di parola, rendendo necessario ricorrere a ausili per la respirazione.

Il contagio avviene per via oro-fecale, attraverso l’ingestione di acqua o cibi contaminati o tramite la saliva e le goccioline emesse con i colpi di tosse e gli starnuti da soggetti ammalati o portatori sani. Il poliovirus si moltiplica nella mucosa oro-faringea, nell’intestino e nei tessuti linfatici sottostanti e può diffondersi anche attraverso le feci, ben prima che i sintomi della malattia siano evidenti. L’uomo rappresenta l’unico serbatoio naturale del virus della poliomielite, che può colpire persone di tutte le età ma principalmente si manifesta nei bambini sotto i 3 anni.