Alleanza Puglia-Spagna per fermare l’esodo della fecondazione assistita

Oltre 3mila persone lasciano la Puglia ogni anno per sottoporsi a trattamenti di fecondazione assistita. Ora, grazie all’approdo in questa regione delle più evolute tecniche e conoscenza di riproduzione assistita a livello mondiale, i pazienti del sud Italia avranno accesso ai migliori trattamenti di PMA disponibili, senza migrare al Nord o all’estero.

“In base alla nostra esperienza posso stimare che il 60% di questi pazienti si sia rivolto ad una struttura pubblica e il 40% a una struttura privata, sostenendo quindi costi e disagi legati sia agli spostamenti che ai trattamenti”, dichiara il prof. Luigi Chiappetta, direttore del Centro di PMA CREA di Taranto. “Questa problematica è stato il motivo che ci ha spinto a collaborare con Eugin di Barcellona: l’impegno del gruppo spagnolo, leader nella PMA, nell’investire nel sud Italia offrirà una alternativa alle persone costrette a migrare per sottoporsi alle terapie.”

Il flusso migratorio verso il Nord Italia o verso Paesi stranieri di coppie che necessitano di trattamenti di riproduzione assistita continua a aumentare, soprattutto per carenza di strutture: in Puglia si ha una clinica di PMA ogni 272mila abitanti, in Lombardia una ogni 166mila abitanti. In pratica, come si può evincere dalla relazione del Ministro della Salute Giulia Grillo al Parlamento sullo stato di attuazione della legge contenente norme in materia di procreazione medicalmente assistita (Legge 19 febbraio 2004, n. 40, articolo 15), i servizi offerti in Puglia nell’ambito della PMA non riescono a fare fronte alle esigenze dei pazienti.

Le regioni del Sud Italia risultano infatti essere al di sotto della media nazionale per distribuzione dei cicli iniziati con tecniche di PMA; alla luce dei dati contenuti nella relazione, è possibile stimare che nel 2016 la mobilità sanitaria passiva dei pazienti pugliesi per prestazioni di PMA abbia riguardato oltre 3mila persone.