Allarme indumenti d’importazione per patologie dermatologiche

A seguito di un’interrogazione presentata dell’eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini, la Commissione Ue ha fatto sapere che si sta occupando dei problemi alla salute che vengono provocati ai cittadini che indossano capi di abbigliamento di importazione non europea realizzati con tessuti in cui sono presenti sostanze chimiche nocive e tossiche. Nella risposta fornita all’europarlamentare pentastellato, l’organismo esecutivo della Ue ha evidenziato che “sta attualmente preparando una serie di restrizioni su diverse sostanze classificate come cancerogene, mutagene o tossiche presenti negli articoli tessili e di abbigliamento destinati ai consumatori”. Si afferma inoltre che “la Commissione è a conoscenza delle conclusioni tratte da vari studi condotti a livello degli Stati europei sulle sostanze allergeniche e sui prodotti tessili finiti, in particolare dello studio dell’Associazione Italiana Tessile e Salute”.

“Il diritto dell’Ue – spiega sempre la Commissione nella risposta all’interrogazione – impone che tutti i prodotti di consumo immessi in commercio siano conformi ai requisiti di sicurezza applicabili. Quando le autorità degli Stati Ue riscontrano un’inadempienza, si adottano i provvedimenti necessari per ritirare dal mercato i prodotti pericolosi. Ai sensi del regolamento Ue Reach, la Commissione o gli Stati membri possono proporre una restrizione sulla fabbricazione, sulla commercializzazione o sull’impiego di sostanze che rappresentano un rischio per la salute umana o per l’ambiente. I quesiti posti dall’eurodeputato Pedicini riguardavano in modo particolare le patologie dermatologiche provocate alle persone dai capi di abbigliamento venduti in Italia e nei Paesi Ue, ma prodotti in Cina, Vietnam e Arabia Saudita.