
L’esposizione all’alcol durante la vita prenatale è l’unica causa della Sindrome Alcolica Fetale (FAS), una condizione prevenibile al 100% ma che colpisce circa 70 milioni di persone in tutto il mondo (l’1% della popolazione mondiale). Oltre alla FAS, che è la manifestazione più grave del danno causato dall’alcol al feto, bere in gravidanza può causare anche una serie di altre anomalie fisiche e mentali, come malformazioni cranio facciali, rallentamenti della crescita, disturbi dello sviluppo neurologico e disabilità comportamentali. “Il 9 settembre è una data molto significativa per questa ricorrenza perché contiene due volte il numero 9, che richiama i mesi di gestazione, durante i quali le future mamme dovrebbero evitare di bere alcolici”, spiega Marco Riglietta, direttore del Dipartimento delle dipendenze dell’ASST Papa Giovanni XXIII. “L’alcol ingerito dalla madre giunge dopo pochi minuti nel sangue del feto, ma il feto non può metabolizzarlo perché è privo degli enzimi adatti a questo compito. L’alcol si accumula così nel sistema nervoso e negli organi del bambino, danneggiandoli progressivamente e in maniera irreversibile. Il nostro consiglio, visto che è molto difficile accorgersi immediatamente dell’inizio della gravidanza, è di smettere di consumare alcolici fin dal momento in cui si decide di avere un bambino, perché sono proprio le prime settimane di gravidanza le più importanti per il suo sviluppo.”
In occasione della Giornata mondiale della sindrome feto-alcolica, che si celebra in tutto il mondo il 9 settembre di ogni anno, il Dipartimento delle dipendenze dell’ASST Papa Giovanni XXIII organizza uno stand informativo nell’Hospital Street dell’Ospedale di Bergamo, tra Torre 1 e Torre 2, con l’obiettivo di promuovere la campagna internazionale Too Young To Drink e sensibilizzare le future mamme a non bere durante la gravidanza; uno stand informativo verrà organizzato anche di fronte al Comune di Bergamo, in Piazza Matteotti, sabato 17 settembre dalle 9 alle 18.