
In questi anni è aumentata la qualità delle insuline ma sembra si sia abbassata quella degli aghi per iniettarle. Questi risultano spesso si scarsa qualità, low-cost e in molti casi provenienti dall’estero. A sostenerlo i medici della Società Italiana di Diabetologia (Sid) nel corso del loro XXVII congresso nazionale. “La scelta dell’ago giusto sembra un problema marginale mentre ha grande importanza non solo per la corretta somministrazione dell’insulina ma anche per la sicurezza dell’operatore sanitario”, afferma Giorgio Sesti, presidente Sid. “Troppe volte le scelte degli aghi considerati un dispositivo di bassa tecnologia sono basate unicamente sul prezzo più basso, non tenendo conto di una serie di caratteristiche che hanno un impatto sulla funzionalità del dispositivo, la prevenzione di infezioni e di punture accidentali”. Insomma, sono stati fatti eccezionali progressi nella produzione di insuline sempre più efficaci, ma è importante ricordare, avvertono gli esperti, che “anche il farmaco più innovativo può non risultare efficace se somministrato nel modo scorretto o con un dispositivo, in questo caso l’ago, non idoneo”.