
La strada intrapresa per la realizzazione del vaccino contro l’acne sarebbe a buon punto. Sembra infatti che gli anticorpi contro una tossina secreta dai batteri nell’acne possano ridurre l’infiammazione nelle lesioni conseguenza della stessa malattia. Lo studio sperimentale, condotto sui topi ed ex vivo in cellule della pelle umana, suggerisce che l’applicazione di alcuni anticorpi monoclonali su un fattore chiamato Camp (tossina secreta dal Propionibacterium acnes, il batterio responsabile della patologia) riesca a ridurre le risposte dell’infiammazione.
L’acne è certamente una malattia fastidiosa, con gravi risvolti anche depressivi, in quanto impossibile da nascondere; interessa una popolazione di giovani durante l’adolescenza, età del confronto e dei primi innamoramenti. Gli attuali farmaci impiegati per la cura dell’acne (retinoidi e antibiotici topici o sistemici) sono spesso insufficienti e possono causare effetti collaterali difficili da tollerare, che vanno dalla secchezza della pelle e all’irritazione, fino alla depressione. Una vaccinazione contro l’acne, dicono gli studiosi, potrebbe aggirare i potenziali effetti avversi delle attuali opzioni di trattamento e rappresentare una vera soluzione.
Per ora i ricercatori hanno dimostrato per la prima volta che gli anticorpi contro una tossina secreta dai batteri nell’acne possono ridurre l’infiammazione nelle lesioni create dalla stessa malattia; occorrono dunque ancora studi sperimentali di primo, secondo e terzo livello, che coinvolgano centinaia di persone, prima di una eventuale commercializzazione del vaccino. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Investigative Dermatology.