“L’acido bempedoico riduce i rischi cardiovascolari ripristinando normali valori di colesterolo ldl

L’acido bempedoico ridurrebbe significativamente il rischio di eventi cardiovascolari maggiori; l’ottimizzazione delle terapie in associazione potrebbe aiutare più pazienti a raggiungere i target di colesterolo LDL definiti dalle più recenti linee guida. Sono le evidenze che emergono dal trial di fase 3 Clear Outcomes e dallo studio osservazionale multinazionale Santorini, presentati da Daiichi Sankyo Europa nel corso del Congresso della Società Europea di Aterosclerosi 2023, svoltosi a Mannheim. I risultati dello studio Clear Outcomes, condotto dall’azienda biotecnologica statunitense Esperion Therapeutics Inc., dimostrano una riduzione del rischio relativo del 13% nell’endpoint primario costituito da un insieme di quattro componenti di eventi avversi cardiovascolari maggiori (MACE-4), definiti come morte per cause cardiovascolari, infarto miocardico non fatale, ictus non fatale o rivascolarizzazione coronarica. I risultati del trial Clear Outcomes includono anche tassi statisticamente significativi di riduzione del rischio per l’endpoint chiave secondario del composito a tre componenti di eventi avversi cardiovascolari maggiori (MACE-3: morte per cause cardiovascolari, infarto miocardico non fatale o ictus non fatale); infarto del miocardio fatale o non fatale e rivascolarizzazione coronarica. I risultati integrano le precedenti evidenze secondo cui l’acido bempedoico ridurrebbe i livelli di colesterolo LDL del 17-28%, e mostrano che il trattamento con acido bempedoico nei pazienti che non potevano o non volevano assumere statine è anche associato a un minor rischio di eventi cardiovascolari avversi maggiori.

“I dati presentati – dichiara Kausik Ray, professore di Sanità Pubblica e Presidente della Società Europea di Aterosclerosi, sperimentatore principale dello studio Santorini – segnano un passo entusiasmante e cruciale nel fornire ai medici le opzioni terapeutiche necessarie per mitigare l’impatto delle malattie cardiovascolari in tutta Europa e dimostrano chiaramente il ruolo essenziale che le terapie di associazione svolgono nel raggiungimento degli obiettivi di C-LDL.”