“Il superticket – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE – è una tassa estremamente iniqua perché proporzionalmente pesa di più sui redditi più bassi, è fonte di diseguaglianze in quanto applicata in maniera diversa dalle Regioni e, determinando per molte prestazioni uno spostamento verso il più concorrenziale mercato privato, si traduce anche in uno svantaggio per le casse della sanità pubblica. Peraltro, se il superticket nasce come ‘tassa provvisoria’ con la finanziaria del 2011, negli anni si è trasformato per le Regioni in una ‘boccata d’ossigeno’ strutturale nel clima di generale definanziamento della sanità pubblica. Mentre tutti si concentrano sul ticket – prosegue Cartabellotta – nessuno ha mai rilevato che il sistema che regola le detrazioni IRPEF per le spese sanitarie è altrettanto iniquo perché da un lato offre le medesime agevolazioni fiscali a tutti i cittadini, indipendentemente dalla fascia di reddito; dall’altro permette di portare in detrazione servizi e prestazioni assolutamente futili, di cui prodotti omeopatici e cure termali rappresentano i casi più emblematici.”
Oggi tutti i contribuenti possono detrarre dall’IRPEF il 19% delle spese sanitarie sostenute per la parte eccedente una franchigia di € 129,11, che non viene applicata solo per alcune spese sostenute da persone con disabilità. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate sull’anno fiscale 2015, i contribuenti hanno portato in detrazione € 16,705 miliardi di spese mediche, con un minor gettito fiscale pari a € 3,174 miliardi.
“Le analisi della Fondazione GIMBE – precisa Cartabellotta – documentano l’iniquità di questa agevolazione fiscale: infatti, a fronte di un rapporto spesa sanitaria media/reddito medio pari al 4,69%, il range oscilla dallo 0,5% (per la fascia di reddito oltre € 300.000) al 137% (per la fascia di reddito sino a € 1.000), senza considerare i contribuenti a reddito negativo, confermando l’enorme impatto della spesa sanitaria privata sulle fasce di reddito più basse.”
Senza per ora volere entrare nel merito delle prestazioni ammesse alla detrazione, la Fondazione GIMBE propone due ipotesi di riduzione proporzionale della detraibilità IRPEF per spese mediche, entrambe in grado di recuperare con ampio margine le risorse per eliminare il superticket:
* La prima, più semplice, prevede la rimodulazione della percentuale di detraibilità in base alla fascia di reddito, permettendo un recupero di € 915.934 milioni;
* La seconda, più raffinata, aggancia la riduzione proporzionale al rapporto “spesa sanitaria media/reddito medio”, generando un recupero di € 1.023.941 milioni.
Tenendo conto che le stime riguardano l’anno fiscale 2015 e che l’eventuale rimodulazione andrebbe a regime con l’anno fiscale 2018, le cifre previsionali, visto il trend in continuo aumento delle spese mediche portate in detrazione, sarebbero molto più elevate.