Quali sono i distretti più sensibili per chi pratica tennis, tanto a livello professionistico quanto amatoriale? Schiena, spalla, gomito, caviglia e ginocchio. Il tennis è uno sport completo che mette in campo allenamento fisico e concentrazione mentale, ma può portare a sviluppare problematiche che riguardano la struttura scheletrica, in particolare colonna vertebrale e articolazioni. Per favorire una maggiore attenzione verso la salute del tennista, IBSA Farmaceutici Italia, nel corso degli Internazionali BNL di Roma del Maggio scorso, ha promosso un confronto fra i maggiori esperti ortopedici di livello internazionale sulle patologie che colpiscono più di frequente il tennista, dando loro modo di toccare anche il tema delle soluzioni più innovative in termini di prevenzione e cura.
“Se, da una parte, il tennista professionista presenta problemi di sovraccarico all’apparato scheletrico, dall’altra anche chi pratica questo sport a livello amatoriale va incontro ad alcune problematiche caratteristiche, che non si limitano al classico gomito”, spiega il dott. Giovanni Di Giacomo, chirurgo ortopedico e responsabile medico degli Internazionali BNL d’Italia. “Cinque le patologie più diffuse, che interessano altrettanti distretti del corpo: prima fra tutti la schiena, colpita da lombalgia, cervicalgia e dolore, soprattutto per la sollecitazione asimmetrica dei movimenti; poi la spalla, soggetta a sindrome da attrito o tendiniti a carico della cuffia dei rotatori, sollecitata soprattutto nel gesto del servizio; il gomito è colpito dalla classica tendinite definita ‘gomito del tennista’; a seguire le articolazioni di ginocchio e caviglia, fortemente sollecitate dal movimento a scatti. Strappi, stiramenti, crampi e dolori muscolari, principalmente a carico di coscia e gamba, sono alcuni problemi che riguardano il tennista e lo sportivo in generale.”
Nei casi in cui non si debba necessariamente ricorrere all’intervento chirurgico, per le patologie che si manifestano a carico dei vari distretti muscolo-scheletrici esistono diversi tipi di trattamento conservativo. Il medico specialista è in grado di valutare e scegliere, a seconda della tipologia di trauma e della problematica insorta, se sia più opportuno procedere con trattamenti topici, infiltrativi o con il supporto di fans orali o iniettabili.